Il mare è inquinato. Ogni giorno quintali di plastica vengono riversati nei fiumi, negli oceani, rendendo il mare una discarica pericolosa soprattutto per tutte le forme viventi che la abitano.
Alexander Groves e Azusa Murakami, due artisti dello Studio Swine, recentemente hanno percorso 1000 miglia nautiche, raccogliendo tutta la plastica che trovavano galleggiante lungo il loro percorso dalle Azorre alle Canarie.
Utilizzando una sorta di “estrattrice solare” – una macchina ideata e costruita proprio da loro – i due artisti sono riusciti a ridare vita a questi scarti di plastica, prima separando ogni pezzo in base al colore, poi sciogliendoli e impastandoli sfruttando l’energia solare.
Con la pasta di plastica così ottenuta, il duo ha realizzato cinque bellissime sculture nell’ambito di un progetto artistico intitolato Gyrecraft.
“Gyrecraft – spiega Murakami – è un viaggio attraverso l’artigianato marittimo che caratterizza paesi e culture del mondo, utilizzando ciò che si trova in mare. La maggior parte delle opere prende forma a bordo della barca con cui viaggiamo e ci aiuta a passare il tempo durante i nostri lunghi viaggi. La plastica che troviamo in mare si presenta sotto forma di piccolissimi frammenti; questo rende difficile riuscire a raccoglierne in grandi quantità e di conseguenza il materiale che ne ricaviamo acquista una preziosità del tutto particolare”.
Effettivamente il lavoro di Groves e Murakami non si limita ad un rimpasto di plastica, ma da origine ad un materiale unico e affascinante, dal quale sono poi nate le 5 opere della collezione – ognuna delle quali rappresenta una delle 5 maggiori correnti oceaniche. Un lavoro estremamente raffinato, raccontato anche in un corto che vale la pena vedere!
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