Quando l’uomo capirà di non poter sovvertire le leggi che regolano la Natura, sarà sempre troppo tardi!
Fortunatamente spesso è la Natura stessa a dimostrare all’uomo i rischi che si ottengono cercando di modificare il ciclo naturale delle cose. Come in America, dove recentemente è stato registrato un aumento della resistenza di un vorace parassita che sta letteralmente divorando interi campi di mai.

Non ci sarebbe nulla di anomalo, se non fosse che tali coltivazioni producono alimenti geneticamente modificati brevettati proprio per non essere intaccati da questa varietà di insetti – la diabrotica del mais – considerati tra le calamità peggiori che possano colpire una coltivazione.

Nel timore che per debellare l’invasione della diabrotica si scateni una vera guerra chimica, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente statunitense (EPA) ha deciso di imporre la riduzione delle coltivazioni di alimenti transgenici.
Nello specifico, verrà limitata la possibilità di piantare ripetutamente mais gm nelle aree fortemente attaccate dalla diabrotica: l’EPA chiede che nelle zone  dell’Iowa, dell’Illinois e del Nebraska (e in altre zone limitrofe), il 35% dei campi di mais transgenico venga sottoposto a coltura di altro tipo, andando a colpire principalmente tutte le coltivazioni di mais Monsanto, Dupont e Dow Chemical.

La proposta avanzata dall’EPA però ancora non è definitiva, se ne discuterà fino al 16 marzo. Come è ovvio che sia, le industrie sementiere biotecnologiche hanno avanzato critiche nei confronti della decisione dell’EPA, ma dall’Agenzia hanno risposto a suon di dati:  nel 2000 il mais anti-diabrotica veniva piantato nel 19% dei campi, nel 2014 è stato piantato nell’80%; ciò ha peggiorato la situazione perchè l’esposizione ripetuta al mais gm ha fatto sì che una quantità di diabrotica sia diventata immune alle sostanze repellenti presenti nel mais.

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«La situazione peggiora», commenta Bill Jordan, vice capo dei programmi sui pesticidi dell’Epa. «Quanto fatto finora non ha evitato la resistenza e l’uso smodato di pesticidi. Non ci resta che aumentare le misure di tutela».
Michael Gray, entomologo dell’Università dell’Illinois, spiega: «Ogni anno, la diabrotica costa agli agricoltori da 1 ai 2 miliardi di dollari, soldi spesi per contrastarne l’attività e riparare i danni causati».

«L’ipotesi peggiore è che la pianta di mais gm perda di efficacia su aree estese e che gli agricoltori siano costretti a dipendere sempre di più dagli insetticidi», spiega in un’intervista al Wall Street Journal Bruce Tabashnik, professore di entomologia all’Università dell’Arizona. «Un danno per loro e per l’ambiente».

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