Lo sapevate che in media una persona passa seduta sul water circa 3 anni della sua vita? Sembra incredibile eppure questo semplice sedile bianco di porcellana è uno degli oggetti che più utilizziamo nell’arco della nostra vita.
Attualmente è anche uno degli oggetti che più evidenzia la difficile crisi ambientale e sociale che stiamo vivendo, sottolineando ancora una volta il divario che separa i paesi sviluppati da quelli del terzo mondo.
Effettivamente nelle regioni più sviluppate del pianeta si possiedono talmente tanti sanitari che lo smaltimento di essi quando diventano rifiuti inizia ad essere un problema. Viceversa, nel resto del pianeta circa 2,5 miliardi di persone non hanno accesso ad impianti moderni e secondo l’Onu oltre la metà dei ricoveri ospedalieri nei paesi in via di sviluppo è causata proprio da queste carenze, che ogni anno uccidono 1,5 milioni di bambini.
E’ la solita storia: noi ne abbiamo troppi e non sappiamo dove metterli, loro ne hanno pochi e non sanno come sopravvivere. Per fortuna però ogni tanto arrivano delle buone notizie!
Come abbiamo detto, nel terzo mondo per la mancanza di impianti igienici adeguati si muore ancora. Per questo la Bill & Melissa Gates Foundation ha lanciato nel 2011 l’iniziativa Reinvent the Toilet, una sfida agli ingegneri per modernizzare una “tecnologia” vecchia di due secoli che però ancora non garantisce la salute di gran parte della popolazione mondiale. La fondazione Gates ha però richiesto dure condizioni agli scienziati: i dispositivi dovranno funzionare senza acqua corrente, elettricità o fossa biologica; non dovranno inquinare; dovranno funzionare al costo massimo di 5 centesimi al giorno e possibilmente dovranno essere in grado di catturare energia o altre risorse.
E oggi, un anno dopo, i prototipi migliori sono stati mostrati in una fiera che si tiene a Seattle.
Il primo posto è andato al California Institute of Technology (Caltech) che ha creato un gabinetto a energia solare che alimenta un reattore elettrochimico, producendo idrogeno e elettricità.
Medaglia d’argento per la britannica Loughborough University, in grado di trasformare gli escrementi umani in carbone biologico altamente energetico, sale e acqua pulita.
L’università di Toronto si è aggiudicata la terza piazza con un water che igienizza le feci attraverso la disidratazione e l’urina con raggi ultravioletti e un meccanismo a membrane, recuperando acqua pulita.
La Bill e Melinda Gates Foundation ha investito 6,5 milioni di dollari nel progetto e l’obiettivo è iniziare i test sul campo entro i prossimi tre anni.
Per quanto riguarda il problema tutto occidentale dello smaltimento dei gabinetti sanitari la notizia curiosa ci giunge da Bellingham, nello stato di Washington. Qui è stata avanzata una valida proposta secondo la quale, attraverso il recupero di wc riciclati e successivamente macinati, sarà possibile realizzare marciapiedi stradali con un materiale che per il 20% sarà costituito da ceramica e, per il restante ottanta, da calcestruzzo.
L’iniziativa della città di Bellingham è in realtà nata come una risposta ad una vera e propria esigenza della città statunitense: nelle discariche all’interno della giurisdizione cittadina, infatti, erano presenti diverse centinaia di vecchi wc, con ben 5 tonnellate di ceramica che giaceva inerte tra le varie macerie. A quel punto, l’idea è stata quella di dare una nuova vita ai wc riciclati, che in questo modo, permetteranno la creazione di 250 metri quadri di nuovi marciapiedi.
La proposta di utilizzare wc riciclati per creare un arredo urbano sostenibile ha trovato subito il sostegno della fondazione Greenroads – fondazione appartenente all’ateneo di Washington il cui scopo è quello di valutare l’impatto ambientale dei vari schemi di costruzione delle infrastrutture stradali.
Il progetto è sicuramente degno di un plauso particolare, proprio in ragione del fatto che ad occuparsi di dare una nuova vita utile ai wc riciclati è l’amministrazione cittadina di Bellingham, che si rende veramente partecipe nel cambiamento delle vecchie strategie edilizie con moderne soluzioni sostenibili.