30 anni fa, nelle prime ore del mattino del 26 Aprile 1986, il reattore n. 4 della centrale nucleare di Chernobyl esplose, rilasciando una nube radioattiva che si espanse su gran parte dell’Europa e della Russia occidentale: si trattava del più grande disastro nucleare della storia.[banner]I cittadini furono ignari dell’accaduto fino alla mattina del 28 aprile. Fu un gruppo di lavoratori di una centrale nucleare svedese, distante più di 1000 km dal luogo dell’incidente, a segnalare un picco nei livelli delle radiazioni, costringendo l’Unione Sovietica a riconoscere l’incidente.
Il disastro cambiò la vita a milioni di persone, 350.000 delle quali furono evacuate permanentemente dalle loro case. Ancora oggi l’accesso alla c.d. zona di alienazione, un’area di circa 30 km intorno alla ex centrale, è strettamente limitato.
Questo reportage del giornalista freelance Chris Miller pubblicato qualche anno fa mostra, a distanza di un quarto di secolo, l’aspetto di una serie di luoghi-simbolo della città di Pripyat, la più vicina alla centrale.