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Avete mai sentito parlare dell’ “aspartame”? Dolcificante artificiale, l’aspartame è il sostituto dello zucchero più utilizzato dall’industria alimentare per la realizzazione di cibi cosiddetti “light”, come bevande gassate, caramelle, dolci, etc etc.

 

Entrato nel mercato all’inizio degli anni ’80, l’aspartame divenne in poco tempo l’ingrediente principale degli alimenti dietetici prodotti in un America già al tempo colpita dal grave problema dell’obesità. Ma cosa si nasconde dietro questo dolcificante?

 

La sostanza, di tipo chimico, a parità di calorie con lo zucchero, risulta fino a 200 volte più dolce di questo, consentendo di addolcire un alimento con quantità inferiori di dolcificante e, di conseguenza, anche di apporto calorico. Questa la ragione principale per cui l’aspartame è definitivamente entrato nella dieta di una società moderna sempre più ammalata dalla continua ricerca della perfezione fisica.

 

Ma assumere quotidianamente una sostanza dolcificante sintetica (creata cioè chimicamente) quali ripercussioni può avere sulla nostra salute? Purtroppo nessuno è stato in grado di fornire una risposta chiara in merito alla questione.

 

Ancora oggi l’aspartame risulta oggetto di numerose controversie: diversi studi su animali da laboratorio hanno evidenziato la comparsa di tumori a seguito dell’assunzione orale di questo dolcificante, ma, c’è da dire, nessuno studio ha dimostrato un rapporto causa-effetto tra questi fenomeni né ha potuto definire il meccanismo d’azione di una eventuale tossicità.

 

Ad oggi molti studi fatti, primo fra tutti quello redatto dal Dr. Onley, neuro scienziato americano, denunciano gravi effetti collaterali legati all’uso dell’aspartame, che non solo provocherebbe coliche, tumori, cecità e molti altri danni, ma, in caso di assunzione da parte di soggetti affetti da malattie quali la fibrosi cistica e la sclerosi multipla ad esempio, ne aggraverebbero anche i sintomi scaturiti dalle malattie stesse.

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D’altro canto l’aspartame risulta un elemento fondamentale per tutti coloro che sono malati di diabete.
Non essendoci una certificazione approvata che chiarisca le controversie circa l’assunzione di questo dolcificante artificiale il nostro consiglio è di limitarne l’uso o, ancora meglio, eliminarlo dalla nostra dieta. Controllate sempre le etichette di ciò che comprate e provate a dolcificare i vostri alimenti con sostanze più naturali, come il miele o, ancora meglio la stevia (dolcifica fino a 20 volte di più dello zucchero), una pianta della famiglia dei crisantemi conosciuta già nell’antichità da alcune tribù d’Indiani del Sud America che la utilizzavano abitualmente per dolcificare bevande e cibi.