L’Emilia Romagna è la regione più “bio” d’Italia.

Nel 2011 è aumentato ancora dell’1,3% il numero di aziende bio sull’intero territorio regionale. Si tratta di attività che producono merci ottenute senza l’impiego di ogm, pesticidi, concimi e altre sostanze chimiche artificiali. Non a caso la Regione si piazza prima in Italia per superfici agricole bio, per presenza di grandi distributori, per refezione scolastica con l’80% dei Comuni coinvolti, e per la vendita diretta.

Nello specifico, secondo i dati elaborati dall’amministrazione regionale, riferiti al 2011, sono 3.661 le aziende bio certificate dell’Emilia Romagna. Ad aumentare sensibilmente sono in particolare il numero dei trasformatori (+4,4%), imprese dedite cioè alla sola lavorazione e vendita dei prodotti, mentre il numero dei produttori rimane abbastanza stabile (+0,3%).

Solo in provincia di Bologna si contano circa 526 aziende bio (1% in più di un anno fa), che si suddividono in 162 trasformatori e 364 produttori. Tra questi, 206 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche, 70 sono misti (biologico più convenzionale) e 88 in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata.

Sul resto del territorio regionale la provincia con il maggior numero di operatori bio si conferma Forlì-Cesena, con 672 aziende, mentre quella con l’incremento più spiccato è Rimini che però è anche ultima per numero di imprese: 197.
L’unica in controtendenza risulta Parma che registra un calo nel numero delle attività bio pari a circa il -3%. Per il resto, Piacenza ne conta 353 (+0,9%), Reggio Emilia 373 (+2,5%), Ferrara 210 (+1,9%) e Ravenna 275 (+4,2%).

L’Emilia si conferma quindi la regione più attenta ai temi attuali della produzione biologica e del consumo etico, un settore che fortunatamente non sembra conoscere crisi!

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