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Con il car sharing non risparmia solo il portafogli ma anche e soprattutto l’ambiente!
A fare due conti ci hanno pensato quelli di BlaBlaCar, il network europeo di ride sharing. Che, insistono, è cosa in parte diversa dal car-sharing: si tratta di mettere a disposizione i posti liberi nella propria auto per tratte medie o lunghe e solitamente saltuarie. Uno scenario piuttosto complicato da costruire, quello che gira intorno alle pratiche di car-sharing, car-pooling e ride-sharing, ma che ha il pregio di dare l’idea di quanto muterebbe il quadro della mobilità urbana se ciascuno di noi modificasse anche di poco le proprie abitudini. Ebbene, se in Italia si viaggiasse sempre con automobili piene, se cioè le auto fossero regolarmente piene anziché mezze vuote, si risparmierebbero all’ambiente ben 40 miliardi di tonnellate di CO2. Oltre a una cifra che si aggira intorno ai 55 miliardi di euro, pari al 3,5 per cento del Pil nazionale. Cifre impressionanti che raccontano quanto poco convenga, in ogni senso, muovere un mezzo con un solo occupante.
Il numero di auto circolanti in Italia supera infatti i 37 milioni. Lo ha di recente certificato anche Legambiente, allarmata da una motorizzazione civile fra le più alte d’Europa (60 auto ogni 100 abitanti). Non sarebbe del tutto un male, in fondo, se queste auto venissero stipate al meglio. Il vero problema, infatti, sta nel tasso di occupazione del veicolo: appena 1,2 persone per macchina. Deprimente tanto quanto far alzare in volo un Boeing 767 con cinquanta passeggeri e 220 posti vuoti. La chiave, come ricordano da BlaBlaCar, dovrebbe risiedere nell’intermodalità: i cittadini dovrebbero sfruttare i mezzi pubblici o la bici nei tragitti urbani per scegliere poi la condivisione dell’auto come modalità extraurbana.
“ Ogni giorno, nel nostro Paese, sono disponibili circa cento milioni di posti liberi – dicono dal portale delle trasferte condivise – un numero che corrisponde a quasi il doppio del totale della popolazione italiana”. Quasi a dire che, se ci mettessimo tutti d’accordo nello scambiarci un passaggio o un tratto di strada in auto, potremmo abbattere il traffico che ogni mattina e sera toglie il respiro alle nostre città e rendere perfino più snelli i terribili trasporti urbani. In fondo è una questione culturale: “ Condividere l’auto è una soluzione per usare risorse già disponibili in modo più efficiente e intelligente” ha detto Olivier Bremer, country manager BlaBlaCar Italia. Intanto, nel suo piccolo, il leader del car-sharing europeo ha registrato un confortante successo: grazie ai viaggi condivisi dai suoi tre milioni di iscritti il risparmio di anidride carbonica prodotto ha toccato quota 750mila tonnellate, “ pari al quantitativo complessivo di CO2 emessa in un anno da 110mila persone”.
Che prenda vita nello scambio di passaggi lunghi o brevi, regolari o saltuari, o nell’affitto di un’auto (magari elettrica) condivisa, appare evidente che il nostro approccio alla macchina deve cambiare. Cominciando magari dai grandi eventi: l’ultima iniziativa in ordine di tempo è l’accordo stretto fra Carpooling.it, il portale europeo dei passaggi condivisi, e il festival capitolino Rock in Roma. Gli oltre 300mila spettatori attesi per i venti concerti estivi potranno così usufruire del servizio dell’“auto di gruppo” per raggiungere in modo più flessibile e economico l’ippodromo delle Capannelle. Funzionerà così: chi avrà bisogno di un passaggio potrà consultare direttamente sul sito del festival, cliccando sul banner, tutte le offerte presenti nella banca dati di Carpooling.it e contattare l’automobilista. Chi invece andrà al festival in auto e avrà dei posti liberi potrà inserire la sua offerta di passaggio alla voce Carpooling Rock in Roma. E grazie a un’applicazione appositamente creata, sarà possibile fare carpooling anche attraverso la pagina Facebook del Rock in Roma. “ Riusciremo così a risparmiare circa 120mila tonnellate di CO2 – dice Daniela Mililli, senior country manager di Carpooling.it – sarebbe un risultato promettente che farebbe del Rock in Roma il primo rock festival green d’Italia”.
Fonte:Wired.it