L’abuso delle bottiglie di plastica, che nell’ultimo decennio ha praticamente rimpiazzato l’utilizzo di contenitori in vetro, è una delle principali cause dell’inquinamento. Il tasso di riutilizzo di questi materiali è ancora molto basso, soprattutto a causa di una raccolta differenziata non efficiente che porta queste bottiglie a essere abbandonate in discarica o, peggio, sul territorio. Proprio in un’ottica di riciclo della plastica si inserisce un progetto di Levi’s, che ha deciso di produrre i primi jeans recuperati da prodotti di scarto.
3,5 milioni di bottiglie riciclate: è questo l’obiettivo di Levi’s Waste<Less, un sistema di fabbricazione di jeans alla moda prodotti al 20% di materiale riciclato, principalmente plastica. Un sistema che crea delle fibre tessili a partire dal PET, mescolandole al comune cotone e al normale denim, per ottenere un tessuto in jeans che nulla ha da invidiare alle soluzioni classiche e che sembra essere stato accolto in modo favorevole dai modaioli di mezzo mondo.
Servono all’incirca 8 bottiglie per creare un paio di Levi’s Waste<Less, per un totale di oltre 3 milioni di contenitori riciclati nella fase di primissima messa in vendita. Un dato che è ovviamente destinato a innalzarsi qualora il mercato rispondesse favorevolmente all’iniziativa e la produzione subisse un’ulteriore impennata. All’interno del gruppo degli oggetti riciclati a scopi tessili, non solo le comuni bottiglie di acqua e bibite, ma anche contenitori per il cibo, pellicole per la protezione dei pacchi e materiale plastico in generale.
Levi’s spera di raggiungere il picco della produzione entro la primavera del 2013, con le linee maschili Levi’s 511 Skinny, Levi’s 504 Straight Fit e le giacche Levi’s Trucker. Per le donne, invece, verrà lanciata in esclusiva per gli USA e per l’Europa la linea Levi’s Boyfriend Skinny.
Non è la prima volta che il mondo dell’abbigliamento e i nomi famosi della moda si impegnano per la salvaguardia dell’ambiente, ma il sistema elaborato da Levi’s ha le carte in regola per imporsi a livello globale, perché l’industria del jeans non sembra mai incontrar crisi. E, soprattutto, un marchio tanto amato dai giovani può rimandare l’idea del “riciclato è bello”, facendolo diventare una vera e propria tendenza di massa a vantaggio dell’ambiente.
Fonte: GreenStyle.it